Secondo il Ministero della Salute, su tre persone malate di celiachia, due sono donne. Nei soggetti di sesso femminile, la celiachia si accompagna spesso a disturbi aggiuntivi. Vediamo quali sono e come prevenirli.
La celiachia è una malattia cronica autoimmune che interessa prevalentemente l'intestino. È dovuta ad un'intolleranza genetica verso il glutine, contenuto in molti cereali e derivati, come il farro, l'orzo, la segale, l'avena e il grano. Non esistono vari gradi di celiachia ma spesso la malattia si presenta in forma "asintomatica"per cui è facile che la diagnosi tardi ad arrivare. Inoltre, le donne celiache sono quasi il doppio degli uomini e, nel 70% dei casi, ignorano la loro intolleranza al glutine.
Cause
Abbiamo detto che la celiachia è una malattia genetica, ma esistono delle condizioni che ne favoriscono lo sviluppo, come il tipo di alimentazione e la quantità di glutine presente nella dieta, così come alcuni eventi possono giocare un ruolo nella comparsa della celiachia come la gravidanza, un intervento chirurgico, il parto, un'infezione virale o stress acuto.
I sintomi tipici della celiachia sono:
• dolore addominale di tipo colico o continuo;
• diarrea e dissenteria
• vomito
• astenia, mancanza di energie e stanchezza
• spasmi addominali e flautolenza
• anemia
• pallore
• inappetenza e perdita di peso
• osteopenia e dolori articolari
• nei bambini comporta un ritardo nella crescita ed un peso basso in relazione all'altezza
Ci sono altri sintomi a cui prestare attenzione?
Nelle donne celiache non diagnosticate sono frequenti episodi di alterazione del ciclo mestruale senza apparente motivo, sterilità, endometriosi, osteoporosi, amenorrea e anemia da ferro. Inoltre, aumentano le probabilità di gravidanze a rischio, prematurità del nascituro o ritardo nella crescita.
Prevenzione e trattamento
La prevenzione è volta a facilitare i medici e le donne stesse ad individuare la celiachia anche in assenza dei classici sintomi gastrointestinali, prima che essa possa provocare danni all'intestino. Se non trattata, questa malattia può portare allo sviluppo di altre malattie come linfomi e adenocarcinomi, osteoporosi (a causa del cattivo assorbimento di calcio e vitamina D) dermatite, tiroidite, diabete di tipo 1, lupus eritematoso, artrite reumatoide, malattie del fegato e vascolari, convulsioni o attacchi epilettici derivati da calcificazioni nel cervello a seguito della carenza di acido folico, che può causare anche malformazioni del feto (come difetti del tubo neurale) nelle donne incinte.
La celiachia può essere diagnosticata dal medico che effettua un indagine partendo dagli esami del sangue e con la biopsia attraverso l'esofago-gastro-duodeno-scopia .
L'unico trattamento possibile per la celiachia è la dieta gluten-free, ovvero priva di glutine, che elimina o riduce i sintomi e ricostruisce i tessuti intestinali. Se la dieta viene rispettata e la malattia è solo all’inizio, è possibile restituire un funzionamento normale all’intestino nel giro di 3-6 mesi. In adulti malati da tempo, la dieta riesce a eliminare i sintomi in periodi più lunghi, fino a due anni.
È necessario, quindi, eliminare quasi tutti gli alimenti confezionati, dalle merendine alle torte, la pasta, il pane, la pizza. Esistono, però molti prodotti sostitutivi sul mercato, preparati con farine e altri derivati delle patate, del riso, della soia e di altri legumi. Il glutine non si trova nel grano saraceno e nel granturco, quindi riso, quinoa, miglio e amaranto sono cereali che possono essere consumati anche dai soggetti celiaci. È molto importante fare attività fisica regolarmente per rinvigorire la massa ossea, e ridurre i fattori di rischio che facilitano la perdita di calcio, come l'eccessivo consumo di caffeina, alcool e tabacco.
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